Afro Basaldella Tornabuoni Art Paris – Retrospettiva

Afro Basaldella 18 Aprile – 16 Giugno 2018  Parigi -2 Ottobre-1° Dicembre 2018 Londra. La più completa mostra mai realizzata in una galleria privata, dedicata all’artista italiano Afro Libio Basaldella (1912-1976), più conosciuto come Afro Basaldella . La mostra sarà accompagnata da un catalogo a cura di Philip Rylands, direttore emerito della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. […]

Afro Basaldella : Indicazioni sulla mia pittura

Una forma pittorica può avere anche valore di apparizione? L’organismo rigorosamente formale di una pittura può contenere ala leggerezza, il respiro di una evocazione, l’improvviso soprassalto della memoria? E’ questo per me il problema; in questo consiste la irrequietezza continua che mi stimola a dipingere. Il quadro deve essere un modo chiuso; il “dramma” non può svolgersi che là dentro. […]

Alessandro Masi: 1929-1942. Afro Basaldella: dalla formazione agli anni romani

Afro-Libio Basaldella, più comunemente conosciuto con il nome di Afro Basaldella , nasce ad Udine il 4 marzo del 1912, terzogenito di Leo e Virginia Angeli. Suo padre pittore e decoratore precocemente scomparso nel 1918 trasmette al giovane l’amore per l’arte e in particolare per la decorazione murale. Afro Basaldella è considerato uno dei maggiori […]

Bruno Mantura: Afro Basaldella. 1943-1952

“A Venezia, tra il 1943 e il 1944, Afro Basaldella decise della propria sorte di pittore, anticipando quel processo di assorbimento della cultura artistica europea che fu il fatto caratteristico della vita intelletuale in Italia subito dopo la liberazione.” Così scriveva Marchiori a distanza di parecchi anni (1955) dalle date ricordate. Soprattutto dopo la fine […]

Fabrizio D’Amico: Afro alla svolta del 1958.

“Dopo la grande prova de Il Gardino della Speranza Afro procede di furia, affretta i tempi e si espone alle raffiche del più veemente automatismo”. E ancora: “quale disperato rien ne va plus costrinse Afro a rinunciare ai suoi lenti pensieri?”. Nelle pagine più belle che sul pittore siano state scritte, dopo quelle più antiche […]

Giovanni Granzotto: Afro – Il traghettatore, l’innovatore

Sarebbe probabilmente pretestuoso immaginare ancor oggi un caso Afro dovuto ad una incomprensione o ad una disattenzione critica che in realtà non v’è mai stata; men che meno oggi, in tempi di riesami e di nuove attenzioni per quel decennio e per quella generazione che, alla fine del Fascismo, ricollocò l’arte italiana nello scenario internazionale. […]

James Johnson Sweeney: Afro – colore, ritmo, rapporti di spazio, effetti di luce.

Un quadro di Afro non è una rappresentazione, ma una celebrazione festosa. «… Vedere. Potremmo affermare che la vita intera si fonda su questo verbo…»  sono parole del compianto Pierre Teilhard de Chardin «se non nel suo fine almeno nella sua essenza». «Vedere o perire è la condizione imposta ad ogni cosa dell’universo, a dar […]

Luciano Caramel: L’ultimo Afro

La pittura ultima di Afro registra dagli ultimi anni sessanta notevoli cambiamenti di linguaggio, culminati nel 1975, alla vigilia della morte dell’artista, in una vera svolta, come la critica, tutta e da sempre ha sottolineato. Nel 1968-69 Afro rallenta l’energia del gesto, organizza la materia in campiture librate in una sospensione nostalgica, come carica di […]

Marco Meneguzzo: Afro – L’inattuale

Per l’arte italiana Afro rappresenta il punto più alto del rinnovamento nell’alveo della grande tradizione pittorica: nessuno come lui ha saputo cogliere all’interno dei codici espressivi della modernità quegli elementi che collegavano il nuovo alla memoria, e alla memoria classica della pittura italiana. Questa sublime capacità, tradotta in opere compiute a partire dal 1948 circa, […]

Maurizio Calvesi: Memoria del colore. Sulla vita e sull’opera di Afro

Negli anni Cinquanta, Afro fu il capofila di quella tendenza che Lionello Venturi aveva battezzato “astratto-concreta”, una pittura che in forme assolte dalla riproduzione del reale evocava emozioni della natura, di paesaggi, di marine. E però il suo pennello aveva un nutrimento in più, di immaginazione, di memoria evocativa; fruttava in questo senso l’esperienza moderatamente surreale che aveva avuto in comune […]

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