26 gennaio–18 marzo 2019.
A cura di Gražina Subelytė e Karole P. B. Vail
Nel 2012 ottanta opere d’arte europea e americana del dopoguerra sono andate ad aggiungersi alle collezioni della Fondazione Solomon R. Guggenheim, quale lascito di Hannelore B. Schulhof (1922–2012) e del marito Rudolph B. Schulhof (1912–1999). La mostra permette di vedere la Collezione Schulhof nel suo complesso, con quasi tutte le opere esposte e allestite sulla base degli sviluppi formali dell’arte del periodo postbellico, seguendo così i passaggi tra i movimenti e gli stili che si sviluppano a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale fino agli anni ’80 del Novecento. L’immaginario astratto, inteso come ricerca sul colore, sulla forma e sullo spazio e le loro interrelazioni, caratterizza il linguaggio artistico del dopoguerra e diviene il caposaldo della Collezione Schulhof.
A partire dal nucleo originario di opere appartenenti all’Espressionismo astratto e all’Informale, la collezione si apre al Minimalismo per arrivare poi all’Astrazione post-pittorica e all’Arte concettuale. L’allestimento seguirà questo evolversi di un’astrazione sempre più minimale e raffinata. Partendo dalle opere di Willem de Kooning, Hans Hofmann, Joan Mitchell, Mark Rothko, Cy Twombly, Afro Basaldella, Alberto Burri e Lucio Fontana, la mostra proseguirà con i lavori di Jean Dubuffet, Agnes Martin, Anselm Kiefer, Hans Hartung ed Eduardo Chillida, per arrivare ai dipinti e alle sculture di Andy Warhol, Donald Judd, Ellsworth Kelly, Kenneth Noland, Frank Stella e Robert Ryman, tra gli altri. Seguendo stili, tematiche, affinità, vengono analizzate le nozioni di gesto, materia, monocromo, segno, griglia, geometriahard-edgee forma.
Tutti i giorni alle 15.30 vengono offerte visite guidate gratuite alla mostra, previo acquisto del biglietto d’ingresso al museo. Le presentazioni possono essere effettuate in lingua italiana o inglese, secondo disponibilità delle guide.